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A fine febbraio, la rivista Polimerica ha pubblicato un’interessante notizia sul futuro della plastica e dei suoi derivati. Nella fattispecie, viene presentato il progetto innovativo delle linee di supermercati Ekoplaza e Iceland, leader nella vendita al dettaglio rispettivamente in Olanda ed in Regno Unito, per eliminare gli involucri di plastica dai prodotti da loro distribuiti. Questa è un’ottima notizia sia per l’ambiente che ci circonda, che per il mercato del packaging in carta e in cartone che torna così ad essere un esempio di imballaggio ecosostenibile e di grande versatilità. Di seguito riproponiamo qualche estratto dell’articolo in questione.

 

“La catena della grande distribuzione olandese Ekoplaza ha creato nel suo punto vendita di Amsterdam la prima isola “plastic-free”, con oltre 680 prodotti confezionati senza l’utilizzo di materie plastiche, puntando a creare aree simili in tutti i suoi 74 supermercati entro la fine dell’anno.
L’iniziativa, afferma l’azienda, è in linea con la campagna lanciata dall’organizzazione ambientale A Plastic Planet.

 

Nei giorni scorsi un altro marchio della GDO, l’inglese Iceland, aveva annunciato di voler eliminare tutti gli imballaggi in plastica dai prodotti distribuiti nei punti vendita con proprio marchio entro il 2023

Iceland, catena di alimenti surgelati con 900 punti vendita nel Regno Unito, risponde all’appello lanciato nei giorni scorsi dalla premier britannica Theresa May, annunciando di voler eliminare tutti gli imballaggi in plastica dai prodotti distribuiti con il proprio marchio entro il 2023. Il processo di sostituzione – afferma l’azienda – inizierà subito per essere completato nei prossimi cinque anni.

Il progetto – senz’altro sfidante sotto il profilo tecnologico – prevede la sostituzione dei packaging in plastica con vassoi di carta e cartone e sacchetti di carta.

L’amministratore delegato di Iceland, Richard Walker, che si definisce un appassionato sostenitore della sostenibilità ambientale, così commenta la decisione: “Il mondo si è svegliato sul flagello della plastica – afferma -. È come se ogni minuto un camion scaricasse plastica nell’Oceano, causando danni non quantificabili al nostro ambiente marino e, in definitiva, all’umanità, dal momento che tutti dipendiamo dagli oceani per la nostra sopravvivenza”.

“In quanto contributori principali dell’inquinamento e dei rifiuti di imballaggio in plastica, l’onere è sui dettaglianti, che devono prendere posizione e apportare cambiamenti significativi. Altri supermercati e il retail nel suo insieme dovrebbero seguire il nostro esempio ed annunciare impegni analoghi nel 2018. Questo è il momento della collaborazione”.

Speriamo che molte altre catene GDO prendano il loro esempio presto.